10 set 2012

Lo spirito della democrazia



 “premessa” 


Sappiamo che Il termine democrazia deriva dal greco e che in senso etimologico esprime il significato di governo del popolo. Questo però, non deve essere fissato in una semplice traduzione, infatti, il concetto, ha sempre trovato, nel tempo, una espressione che si distingue in diverse manifestazioni per la ricerca di un regolamento capace di dare al popolo la potestà effettiva di governare. 

Resta fondamentale comunque  differenziare una democrazia diretta da una democrazia indiretta.

Siamo consapevoli che nella democrazia diretta il potere è esercitato direttamente dal popolo mentre in quella indiretta o rappresentativa il potere è esercitato da rappresentanti eletti dal popolo (il parlamento). La nostra, quella Italiana, è un’espressione chiara di una democrazia indiretta. Essa usa come unici strumenti di democrazia diretta il referendum ed, a volte, l'iniziativa popolare La nostra  Costituzione disciplina anche le materie che devono essere sottoposte al voto popolare. Fra queste: qualsiasi modifica alla Costituzione e l'introduzione di codici di leggi.

Ciò detto, la democrazia è sicuramente una forma di stato  che si è affermata in modo particolarmente significativo nella storia contemporanea  ed ha vissuto un continuo processo di evoluzione, affrontando importanti modifiche nel corso dei millenni. Ricordiamoci che le prime definizioni di democrazia risalgono all'antica Grecia. In proposito, ricordiamo anche il principio aristotelico che distingue le tre forme pure e tre forme corrotte di governo:  monarchia come governo del singolo, ariatocrazia  come governo dei migliori e politía come governo di molti. Esse, secondo il filosofo, rischiavano di degenerare in dispotismo,oligarchia (governo di un elite ), e democrazia (potere gestito dalla massa,  dittatura della maggioranza)
Sul pensiero moderno di democrazia hanno avuto grande influenza le idee dell’illuminismo e la rivoluzione francese con il suo motto di libertà, uguaglianza e fratellanza. Sia la carta costituzionale americana del 1787 che quella francese del 1791 guardavano al principio della separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario).Il suffragio universale, il primato della costituzione e la separazione dei poteri dovrebbero essere le basi della democrazia rappresentativa moderna.  
Ma cosa vuol dire governo del popolo? Vuol dire potere di decidere tutti assieme in base a precisi criteri di maggioranza per tutto ciò che appartiene alla società. Purtroppo oggi, anche il sistema di votazione ed il voto stesso, come ogni cosa umana, può essere manipolato. Ogni uomo non potrà mai avere la completa conoscenza di un argomento tale da poter prendere una decisione con la giusta coscienza.  Ogni testa ha una sua visione della realtà e, purtroppo, non è sempre possibile avere la visione di tutti.
La democrazia esprime il suo potere grazie ai criteri di maggioranza. In questa ottica sembra chiaro che l'unico modo per avere una sana ed efficace democrazia, è quella di poter informare i cittadini in maniere approfondita su tutto. Ma in una società come quella attuale, l'uomo ha mille impegni, lavorativi e di responsabilità personali, che lo costringono a non potersi informare ed a dedicare poca attenzione alla politica. Questo fa si che molti cittadini si alienano totalmente o soggiacciono al voler di chi li condiziona. Se poi pensiamo anche a chi fa l’informazione, potremmo anche azzardare come essa sia spesso condizionata da subdoli giochi di potere. Indubbiamente sarebbe più facile poter costruire e controllare un sistema di democrazia, in una piccola comunità dove tutto è più visibile. 
Attuare un sistema democratico efficiente su vasta scala resta  decisamente più difficile: la corruzione, una cultura condizionata, un lento sviluppo  e la poca o limitata informazione, fanno sì che la stessa costruzione positiva di tale processo resti sempre condizionata in un’evoluzione poco definita ed, a volte, non corrispondente allo stesso valore.



Un giusto processo democratico


Nel concetto Aristotelico già accennato, la nostra forma odierna di governo, più che ad una compiuta democrazia, sembra accostarsi a quella di un’oligarchia (governo di un'elitè ) sebbene essa resti mascherata da false sembianze democratiche che, seppur ingegnose, non rendono di certo utilità al funzionamento del sistema. E’ già stato approfondito, nella premessa, il significato della parola “democrazia” e tuttavia la vera difficoltà odierna sembra essere la giusta metodologia per far sì che tale processo possa essere costruito col presupposto di sortire un  utile e preciso compito. Se si vuole vedere la democrazia come ultimo baluardo a protezione della vita politica e sociale di una Nazione, al fine di non scadere nel principio assoluto e più comodo, ma sicuramente pericoloso, di una dittatura, bisogna che il valore stesso della democrazia possa essere salvaguardato attraverso principi di metodo corretti e  corrispondenti alla stessa concezione etimologica del suo significato.Quando si guarda al nostro sistema di democrazia, sarebbe opportuno fissare l’attenzione sul momento di passaggio che questo sistema muove in direzione di una governabilità indiretta ossia rappresentativa che, per ovvie ragioni, non potrebbe essere diretta dal popolo.

Un passaggio che, in teoria, dovrebbe vedere nelle elezioni, il vero funzionamento di costruzione di un impianto in favore dei cittadini e che, al contrario, finisce col non tener conto del loro pensiero. Poco importa dare un consenso a l'uno o all'altro politico se si ha una conoscenza appena generica del programma che si vuole portare avanti per gli anni successivi... Un altro essenziale problema, spesso sottovaluto, è proprio il ruolo che assumono alcuni personaggi inseriti in questo meccanismo di costruzione delle regole che, di per sé, dovrebbe proporsi come un sistema alla base del concetto di “governo del popolo”.

Bisogna forse percepire che, in un percorso di vera democrazia, non si possono ammettere precise personalità che dettano un programma (seppur assai generico) e che, nel contempo,  assumano un particolare potere. 

Questo pensiero vorrebbe specificare l’importanza che, in una vera concezione di democrazia, dovrebbe esservi nella costruzione positiva di quel “governo del popolo” che non potrà mai sposare un contrastante sistema formato da particolari “elites” che dettano le regole del gioco e nel contempo le eseguano.

Il concetto di un premier ideatore ed esecutore del programma non potrebbe mai conciliarsi con la elaborazione di una vera democrazia che si vorrebbe a sovranità popolare. Deve, in realtà essere il cittadino a dover guidare il programma dettandolo verso l’alto, assumendo così un vero ruolo di governabilità suggerito dal pensiero di tanti seppur assimilato e proposto dai Partiti.  La domanda resta quindi la stessa: si può mai, in una concezione pura di democrazia ideata e finalizzata come “governo del popolo” e quindi dei cittadini, raggiungere un utile e conforme risultato progettando, orientando e dirigendo dall’alto un programma riguardante la crescita sociale di un sistema democratico?

Sembrerebbe più logico e meno compromettente poter orientare il programma attraverso una guida dei cittadini che scambiandosi con i Partiti ed i candidati proposti, possano fornire le idee necessarie per poter rendere più coerenza ad una governabilità popolare. Saranno, successivamente, i parlamentari eletti a portare a compimento, attraverso le più logiche normative, l’indirizzo programmatico per la determinazione di un più funzionale percorso elaborativo.  Per logica, quindi, dovranno essere i Partiti a dover indicare le personalità che potranno occupare l’aula parlamentare che, riusciranno a farlo solo condividendo un preciso programma studiato col cittadino, il quale, attraverso il voto potrà determinare un consenso. Infine una reale governabilità potrà essere diretta  da altre forze separatamente promosse dal basso:- Un percorso di governabilità democratica che dovrebbe seguire nel merito le indicazioni del programma voluto dai cittadini e che tenderà a ridiscendere verso la base popolare con metodo e  con meno compromessi.

Salvare la nostra democrazia significa fornirgli un supporto valido sul quale sostenersi con forza. Per fornire tale appoggio bisogna dialogare con la base in una unica direzione, ma con le diverse funzioni: induttive e deduttive. Quando queste due funzioni si intersecano nella fase della costruzione e si fondono nel compito di chi le esercita, nascono inevitabilmente i compromessi che arrestano in modo automatico l’efficacia del fluido percorso democratico.  

Inoltre...come oggi appare con evidenza, ogni fase progettuale che si prospetta ai cittadini entra nel merito solo in modo generico finendo successivamente con l’essere distorta e manipolata a beneficio del Partito politico che la propone.Ad ogni "programma" deve attribuirsi un carattere chiaro ed un fine specifico, ma  l’assunzione congiunta di ambedue le funzioni (legislativa ed esecutiva) da chi assume un ruolo politico, fa sì che possano facilmente distorcersi le primarie caratteristiche progettuali. In quest’ottica i Partiti non dovrebbero approcciarsi ad alcuna funzione amministrativa di governo, ma solo immedesimarsi nella ricerca dei progetti scambiandosi con i cittadini. Potranno, così, contribuire a consolidare la base di una vera democrazia. 

La stampa odierna ha continuato ad esaltare personaggi politici contribuendo, non poco, a mitizzarli ed ha creare false simbologie. La politica ha subìto il fascino di questa pubblicità favorendo ancor più questo tipo di comunicazione. Ciò, in un percorso  che si vorrebbe sano, non potrebbe che portare risultati negativi e poco funzionali legati prevalentemente ad immagini esaltate immotivatamente, riducendo di conseguenza il processo di costruzione dell’attività ed arrecando chiare difficoltà ad un vero percorso democratico.

Una vera democrazia non dovrebbe mai ammettere esaltazioni e mitizzazioni che vedono queste corrispondenze solo negli assolutismi di precisi processi autoritari:- La politica non può ammetterlo, poichè dovrebbe essere considerata una vera missione da parte di chi la esercita. Un risultato di vera democrazia necessita di una condotta estrema ed un estremo equilibrio.

vincenzo Cacopardo