8 mag 2014

Il "merito" di Renzi

di vincenzo cacopardo
Quando si critica l’operato di Matteo Renzi, non lo si vuole fare per partito preso o per finire con l’essere assimilati a quei gufi di cui lui stesso parla. Mentre in tanti lo contestano su un operato ancora da vedere e sulle sue possibilità di reperire risorse per raggiungere lo scopo, le mie osservazioni sono più profonde e legate soprattutto al merito.
Quello che oggi colpisce è il fatto di non poter opporsi alla sua figura senza esser presi come coloro che contrastano un cambiamento o addirittura che aspirano alla palude. In merito a ciò.. il sottoscritto ha già dimostrato abbondantemente (già dal lontano 99) la propria predisposizione verso quella metamorfosi di un modo lungimirante di vedere la funzione politica.

In tanti hanno aspettato il programma di sviluppo del lavoro del nuovo Premier.. che in sé rappresenterebbe uno dei principali punti di partenza per la crescita. Ma il suo “Job-Act” si basa prevalentemente su nuove regole da apportare nel lavoro, sebbene quello che oggi manca più delle stesse regole.. è proprio il  lavoro: Malgrado si possano costruire regole a difesa di un lavoro meno vincolato da condizionamenti, Renzi dovrebbe procurarsi le idee per far si che il lavoro cresca e che fioriscano nuove iniziative soprattutto giovanili. Molte delle risorse oggi destinate ai tanto decantati ottanta euro, sarebbero stati più utili per contribuire alla crescita del lavoro.
Questa è una valutazione sul merito!

Passiamo agli 80 euro mensili per aiutare chi lavora e percepisce stipendi dalla soglia minima degli ottomila ai venticinquemila annui. Al di là di ogni valutazione circa le risorse occorrenti per questa caratteristica riforma (che dovrebbe teoricamente intendersi strutturale), l’attenzione si concentra tutta su quella parte dei molti che oggi vivono al di sotto di tale soglia, ai lavoratori autonomi (alcuni dei quali, pagando tasse, contribuiscono alla busta paga dei favoriti) e soprattutto ai tanti pensionati che dispongono di risorse minime. Premesso che anche loro.. avendo ottanta euro al mese in più…con maggior ragione li spenderebbero, non si capisce la logica per la quale non si debbano favorire gli svantaggiati, ma solo una precisa classe lavoratrice… se non per un sicuro e preciso  ritorno di un consenso.
Anche questa resta una valutazione sul merito!

Ma non possiamo dimenticare la riforma istituzionale inerente il sistema elettorale dal nome tanto caratteristico come il suo “italicum”  e le altre riforme costituzionali del Senato e delle amministrazioni provinciali.  Anche qui.. assai meno possono interessare i fumosi risparmi (ormai del tutto opinabili) ricercati in modo troppo assiduo dal Sindaco d’Italia…quando quello che più interessa a chi vorrebbe vedere la politica più funzionale, è la ricerca di un sistema che possa convincere e legare dinamicamente con un principio di vera democrazia. Quale risultato potrà mai portare una simile legge elettorale che taglia pesantemente la rappresentanza dei piccoli e che si prefigge di sostenere una governabilità con un simile ricco premio di maggioranza? Quali illogici compiti potrà mai avere un Senato rappresentato da amministratori locali?...  Perché in assoluto l’unico principio di Renzi.. rimane solo quello di voler negare ogni contribuzione ai suoi rappresentanti?
Quest’altra è ancora una valutazione sul merito!

Renzi pare procedere come una falciatrice e tagliando tagliando...avanza noncurante di una precisa logica che si deve al funzionamento di un’attività politica. Per quanto si possa criticarlo nel metodo, quelle che colpiscono... a chi guarda la politica in senso più costruttivo, restano le sue “scelte” che continuano a non avere un riscontro con la logica della funzionalità, dei valori e di una qualità democratica.



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