29 mag 2017

Il mistero dei Vangeli.. e le prospettive teologiche


La “percezione illuminata dall’alto”…come anche la “testimonianza interiore dello Spirito” (espresse dal pensiero di Calvino)… al fine di unire divinità e natura umana, restano qualcosa di realmente arduo da comprendere poiché difficilmente spiegabili in termini razionali.
di vincenzo cacopardo
I vangeli sono libri che raccontano la vita e la predicazione di Gesù di Nazareth, la base su cui si fonda il crisitanesimo. "Vangelo" deriva dalla parola greca ευ-αγγέλιον (eu anghélion), che arriva all'italiano attraverso il latino evangelium e significa letteralmente "lieto annunzio", "buona notizia".
Poi vi sono i vangeli apocrifi..ossia che fanno parte della cosiddetta "letteratura apocrifa", un fenomeno religioso e letterario rilevante. Essi sono spesso dotati dell'attribuzione pseudoepigrafa di qualche apostolo o discepolo. I vangeli apocrifi furono esclusi dalla pubblica lettura liturgica in quanto ritenuti portatori di tradizioni misteriose o esoteriche, e quindi in contraddizione con l'ortodossia cristiana.
Nell'arco di diversi secoli furono composti numerosi testi designati come "vangeli", sebbene di genere letterario diverso. Alcuni di essi, diffusi nei primi secoli di vita della comunità cristiana, sono andati persi, divenendo noti solo per la citazione della loro esistenza in opere successive alla loro composizione; parte di questi sono stati riscoperti grazie ai ritrovamenti archeologici a partire dal XIX secolo.

I Vangeli sono comunque antichissimi.. considerati documenti di fede e va specificato che di nessun libro, sia dell'Antico che del Nuovo Testamento, possediamo il manoscritto originale dell'autore, il cosiddetto «autografo». Questo si spiega principalmente con il fatto che, essendo gli scritti riportati su fragili papiri, erano soggetti ad un rapido deterioramento. Per di più, nessun testo profano fu perseguitato dalle autorità civili come gli scritti cristiani, a causa della legge imperiale che ordinava la consegna dei libri sacri. L'opera fu così profonda da creare il termine di « traditore» da tradere (consegnare), per coloro che avevano ceduto a questa imposizione. Si riconoscono tuttavia copie antichissime dei manoscritti originali, i cosiddetti “testimoni”
Da questi risulta che:
1. I Vangeli risalgono al I secolo. Infatti sono citati da autori del I e del II secolo che riferiscono già una tradizione.
2. I Vangeli contenuti nei grandi codici del 300 sono fedeli a quelli del I secolo.
Infatti confrontando fra di loro codici, papiri, terrecotte, citazioni, versioni, ecc. (scritti in regioni ed ambienti assai diversi e distanti fra loro), non emergono varianti sostanziali. Segno dunque che derivano tutti da un'unica fonte. Le ricerche della critica testuale hanno permesso la ricostruzione di un testo il più possibile vicino all'originale.
La critica conferma inoltre che i più antichi manoscritti dei vangeli in nostro possesso sono di pochi decenni posteriori agli stessi originali. Pochi scritti tra tutti quelli che esistono, sono stati così studiati, analizzati, discussi quanto i testi dei vangeli. Grazie ad essi il messaggio cristiano si trova, dal punto di vista storico, in una posizione di grandissimo vantaggio rispetto ad ogni altro movimento o fatto religioso dell'antichità. Inoltre, la conclusione che si impone da un punto di vista di critica storica è che l'applicazione dei criteri di storicità ai testi evangelici prova che la quasi totalità del materiale contenuto risulta come autenticamente appartenente a Gesu.
Quindi non si può affermare che «di Gesù di Nazaret non si sa nulla o quasi nulla». Un'affermazione simile al giorno d'oggi non è più sostenibile. 
La storia di Gesù, si trova soprattutto nei testi dei vangeli. Da 2000 anni questi testi sono stati ricopiati e trasmessi…E se la trasmissione di questa storia misteriosa, fosse stata deformata nel corso dei secoli? Se non ci restasse nient’altro che un insieme di elucubrazioni deformate nel corso dei secoli alle quali ognuno ha aggiunto i suoi sogni e le sue fantasie? Ad esempio..il manoscritto più antico che possediamo di di Platone, risale a 1300 anni dopo la sua morte...eppure diamo per scontata la sua autenticità! Ma in realtà nessun testo dell’antichità si presenta a noi con simili garanzie di autenticità.

Comunque la fede non può escludere la ragione che non è altro che il frutto di una ricerca.
La storia non può ignorare la realtà sull'esistenza di Gesù..che ha vissuto ed è stato ucciso ed infine che il testo tramandato dai discepoli è straordinariamente affidabile. Un documento unico nel suo genere! Si dice pure che il Cristo dei vangeli abbia sconvolto la nostra logica e persino la logica di quell’epoca..e quindi se i discepoli di Gesù si fossero inventati questa storia, certamente l’avrebbero inventata diversamente!

Ma la resurrezione?..Siamo nel cuore del vangelo. L’apostolo Paolo scriveva quanto segue:”e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede”. Qui siamo al centro del problema..si entra sul tema dell'irreale e dei miracoli, un tema legato fortemente alla fede: O ci si crede ..o no!

Il quesito sulla credibilità cristiana riguarda la storia e l'ermeneutica (ossia di quei messaggi nascosti e spesso ingannevoli) Dal momento che Gesù fu un uomo, di cui non mettiamo in dubbio l'esistenza...non possiamo esimerci dal pensare che le sue parole e i suoi gesti, dopo essere stati l'oggetto di una conoscenza sperimentale, siano divenuti, col tempo, oggetto di scienza storica. La ricerca in riguardo si pone quindi nella stessa maniera con cui si analizzano le figure del passato. Tuttavia, l'approccio storico, rimane un problema ermeneutico. Se nella realtà possiamo accedere nella lettura di un documento, possiamo affermare che il problema dell'accesso alla realtà di Gesù, per mezzo dei vangeli,è un più profondo problema di ermeneutica posto dalla rivelazione cristiana.

Dall'interessante Articolo sulla storicità dei Vangeli di René Latourelle- Dizionario di teologia...traiamo poche fondamentali righe:

Noi non conosciamo Gesù direttamente, dai suoi scritti, ma attraverso il movimento che lui ha suscitato nel primo secolo della nostra era. La prima comunità cristiana, e gli evangelisti che ne sono membri, perseguono una finalità religiosa: testimoniano l'evento della salvezza in Gesù Cristo. Non c'è dubbio: i vangeli non sono né cronache, né biografie, ma documenti di fede. Il solo Gesù che noi raggiungiamo attraverso di essi è un Gesù professato, confessato come Cristo e Signore. Un esame storico-critico, all'interno dell'intenzione di fede dei vangeli, rimane quindi l'unico punto di partenza per conoscere il Gesù terreno. Se noi visualizziamo l'immagine del Cristo secondo i vangeli, abbiamo l'impressione - in Giovanni soprattutto, ma anche in Matteo e in Marco - di una ieratizzazione considerevole in rapporto a quello che è stato il Gesù terreno. Il Cristo è così divino che la sua carriera terrena somiglia a una specie di interludio tra la sua discesa tra gli uomini e la sua risalita verso il mondo celeste. Se è così, si deve concludere che l'immagine originale di Gesù ci è in un certo senso “nascosta”, o che Gesù è stato a tal punto “trasfigurato” dal Cristo della confessione di fede, che i contorni storici della sua vita e della sua persona sono divenuti evanescenti sotto la luce abbagliante della Pasqua? E ancora possibile accedere alla realtà del suo messaggio tra gli uomini? Sappiamo inoltre che i vangeli, così come si presentano attualmente, sono il risultato di un lungo processo dì riflessione iniziato dalla chiesa all'indomani della Pentecoste. Per parecchi decenni, la materia dei vangeli è servita alla catechesi, al culto, alla polemica, alla missione, e, di conseguenza, porta l'impronta dell'attualizzazione e dell'interpretazione della chiesa primitiva. Sappiamo infine che gli evangelisti, se hanno accettato consapevolmente la tradizione anteriore, non l'hanno semplicemente riprodotta, ma ripensata e riscritta secondo le prospettive teologiche proprie a ciascuno di loro.”

Il nostro essere umani rimane un ostacolo circa il mistero?
La Chiesa, attraverso la storia dei Vangeli ci parla di una nascita di Cristo per grazia ed intervento dello Spirito Santo  ponendo così, il presupposto di un legame tra un mondo spirituale con quello terreno. Nessun essere umano potrebbe sostenere l’esistenza di un essere divino superiore..così come non potrebbe mai sostenere il contrario. Il messaggio di Cristo è già completo di ciò di cui l’essere umano ha bisogno : amore, speranza ed equilibrio. Comunque sia…quello che più andrebbe colto del suo messaggio, è proprio quella parola sull’amore tra gli uomini.

Potrebbero esservi tra i Vangeli contrasti e contraddizioni con i tempi in cui Gesù di Nazareth stesso visse. Tuttavia rimane esplicativa l'azione rivoluzionaria da lui condotta che non ha solo sconvolto i vecchi paradigmi di quel regime e finanche il comportamento morale che nei secoli ha costruito valori fondamentali nei rapporti tra gli uomini: Una figura storica a cui si deve non solo enorme rispetto, ma il dono di aver percepito quanto illuminata possa essere una società in cui resta essenziale quel rapporto di amore tra gli uomini.

Basterebbe questo per spingersi verso quel cristianesimo puro non intaccato da condizionamenti ecclesiastici fin troppo pesanti ed a volte persino forzati. Sarebbe sufficiente contenere il percorso della propria vita nel rispetto reciproco con quella altrui.. anteponendo sentimenti d'amore e soffocando quelli contrari... Vivendo in pace col prossimo e nell'amore che si deve al bene infinito regalatoci dalla natura.

Egli fu sicuramente il primo uomo al mondo che ha espresso la sua umanità col profondo sentimento dell’amore e dei sentimenti. Oggi..con la figura del nuovo Papa che sembra manifestare, oltre ad una umana simpatia…un’umiltà pari a quella di chi portava quel nome, non si può non leggere in profondità un legame con il lato umano che Cristo diffondeva. Riesce difficile non metterlo in relazione col momento storico e l’infinito bisogno che l’uomo ha di credere in sé stesso.









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