21 giu 2017

IUS SOLI- L'integrazione e la forza dell'interazione



Non è proprio in dubbio la possibilità di “integrazione” quanto la volontà di saper "interagire" in modo positivo
di vincenzo cacopardo

L'argomento del giorno pare essere questo! Anche perchè il dibattito, ormai incandescente, potrebbe non risolvere in pieno una questione delicata sulla quale incide ormai la nota problematica dell'integrazione.

Il quesito rimane costruito sul principio di un diritto che vorrebbe essere riconosciuto ad una buona parte dei cittadini stranieri ormai da tempo nel nostro paese. Tuttavia il dibattito nasconde aspetti variegati sui quali la politica discute giorno per giorno per un riscontro con una soluzione che possa soddisfare una società come la nostra dove non è proprio in dubbio una integrazione quanto la volontà di saper interagire da ambedue le parti in modo positivo.

Molti immigrati..originari di altri Paesi..con le norme oggi ancora in vigore, si sentono ormai cittadini Italiani salvo poi lamentarsi per essere rimasti privi dei fondamentali diritti politici...Ma cosa è lo Ius soli?
Ius soli (In latino«diritto del suolo») è un'espressione giuridica che indica l'acquisizione della cittadinanza di un dato Paese come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul suo territorio.. indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. Un'interpretazione indiretta dello ius soli è quella che permette al cittadino straniero nato in Italia.. che vi abbia mantenuto la residenza dalla nascita, la facoltà... al raggiungimento della maggiore età... di chiedere e ottenere, anche senza le condizioni normalmente richieste, la cittadinanza italiana; tale facoltà però può essere utilizzata solo entro un anno dal raggiungimento della maggiore età, termine dopo il quale la cittadinanza è ottenibile solo tramite le norme ordinarie.
In quasi tutti i paesi del continente americano si applica lo ius soli in modo automatico e senza condizioni. Alcuni Paesi europei concedono altresì la cittadinanza per ius soli sebbene condizionata...in applicazione delle norme che mirano a scongiurare la apolidia (condizione dei soggetti privi di qualunque cittadinanza) . In Italia lo ius soli trova applicazione in circostanze eccezionali. Esso si applica, come norma residuale, in due casi: Per nascita sul territorio italiano da genitori ignoti o apolidi impossibilitati a trasmettere al soggetto la propria cittadinanza secondo la legge dello Stato di provenienza, oppure se il soggetto è figlio di ignoti ed è trovato nel territorio italiano.
Al di là di come nei prossimi giorni sarà definita questa complessa normativa, la domanda che dovremmo porci è se qualunque nuova legge possa o no favorire una integrazione in mancanza di una vera volontà di saper interagire: Se per un adolescente.. la cittadinanza deriva dalla somma fra la nascita in Italia e la richiesta del genitore con carta di soggiorno ..e se, non essendo nato nel nostro Paese, deve porsi una conclusione positiva dimostrando beneficio in un corso di istruzione secondaria...
Insomma..dovremmo domandarci se la cittadinanza ha un vero scopo di integrazione o se per caso non sia primaria un'azione di interazione costruttiva basata su altro!
La base del nostro ordinamento segue principi di cautela e gradualità. Il migrante che entra in Italia in modo regolare ottiene un permesso di soggiorno con durata temporanea, non superiore ai due anni. Alla scadenza vi sarà il rinnovo; dopo cinque anni di presenza regolare otterrà la carta di soggiorno, che in realtà non sono che le caratteristiche di una permanenza; infine..dopo dieci anni si ha anche diritto per chiedere la cittadinanza. Ma cosa succede nel frattempo? Costui avrà di certo raggiunto un radicamento nel territorio..una conoscenza della lingua e delle nostre regole sociali...oltre che dei principi e delle leggi? Possiamo davvero essere sicuri che abbia costruito una integrazione piena se non avrà interagito positivamente col popolo nel quale si è inserito?
Nonostante l'importanza di una legge da definire bene nei suoi contorni... credo che in qualunque società sia fondamentale saper interagire positivamente anche in base alla cultura che accompagna la gente che intende integrarsi con quella della società con cui ci si vuole legare. Quindi sarebbe anche logico apprestare normative che spingano verso un modo di interagire positivo. Lo scambio sociale rimane prioritario..ed una legge in proposito potrà essere positiva se affrontata con metodo e non basata su principi assoluti. Una legge che non può non essere accompagnata da un concetto di reciprocità più completo e profondo.


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