21 set 2017

Una politica impedita dal suo eccessivo pragmatismo


Se tanti politici che oggi si dichiarano coscienti e consapevoli non sono in grado di dare un senso alle parole “crescita ed innovazione”, si può allora pensare che restino volutamente immobili spettatori per un proprio beneficio ..ma se anche.. non percepissero il valore stesso delle idee, poiché per loro incomprensibile, la loro figura apparirà come quella di parassiti in un sistema sempre più malato. “

di vincenzocacopardo

Il dato di fatto è che la governabilità odierna viene sempre più spesso ricercata attraverso un consenso con l'uso e l'abuso di qualsiasi maggioranza... determinando di continuo una politica priva di idee positive. La ricerca di una “maggioranza”.. ormai imposta dal procedere pragmatico di una certa politica... continua a reprimere ogni prospettiva in direzione di un'utile progettualità: Si definiscono governi di occasione dettati da una classe politica che si muove spesso per immutabili regole e che trova nell'opportunismo il suo fine senza alcuna responsabilità. Alla base di ciò è più che logico pensare che ogni governabilità non può che essere costruita dal basso giacchè è proprio il popolo che deve determinarla onde evitare precise responsabilità dei singoli politici parlamentari.

Il riferimento ad un pragmatismo accentuato che si è diffuso ed ha proliferato in gran misura anche nella politica odierna..ha una sua ragione valida: A differenza che negli anni della ricostruzione del dopoguerra e quelli del boom.. fino all'inizio degli anni ottanta..la politica seguiva un processo di cultura sociale fondato sui valori e sulle vere esigenze di un Paese a regime democratico: I valori prevalevano ed aiutavano pur sempre accompagnati da un percorso reale fondato su una ricerca al fine di una utile progettualità. Via via questo processo, con la perdita definitiva dei valori, ha assunto un aspetto sempre più asettico condizionato prevalentemente dalla pratica delle regole e dei principi.. inducendo la stessa politica a subire più che ad ispirare e suggerire.. Un processo che ha finito con l'assumere sembianze ciniche sempre più spietate e che sembra oggi aver portato verso prevalenti interessi di parte. Una politica che ha finito con l'essere mentalmente imbrigliata e tanto condizionata... da mettere in primo piano solo un nesso con la realtà delle regole.. sminuendo ogni riferimento verso ideali ed inventiva...perdendo di fatto ogni rapporto con le necessita del contesto sociale.

La speranza di una crescita senza idee e creatività sembra essere seriamente compromessa da questo enorme ostacolo posto da una forma mentale ormai proiettata in direzione di una visione forzatamente realistica delle cose che si riflette inevitabilmente sui rapporti reciproci, sul lavoro e di conseguenza anche su una cultura politica. ..Ed ecco che allora potrebbe sorgere il ragionevole dubbio se, questa forma mentale, non potrebbe essere sostenuta da poteri forti che frenano volutamente il cambiamento in direzione di vere e significative innovazioni sociali, per la paura che lo stesso mutamento possa intaccare ogni loro personale interesse.

Se i grandi luminari della economia non fanno che dettare il loro programma in una visione che per loro non può che essere realistica e concreta, la politica non può permettersi di sottostare a qualunque tipologia di programma economico, ma deve analizzare per guidarlo in una società che reclama una più equa gestione economica al servizio e per il benessere della comunità...poiché nella visione di una politica entra il sociale.. con i relativi rapporti, il lavoro, lo sviluppo, il welfare etc. E' ormai chiaro che non può essere l’economia a dettare i principi alla politica di ogni Paese, ma viceversa.

C'è quindi da chiedersi se il forzato uso del pragmatismo..continuando a frenare lo sviluppo delle idee... non abbia portato inevitabilmente a quella visione ristretta e cinica che non potrà mai agevolare alcuna forma di innovazione sociale...facendo prevalere di forza l' economia finanziaria.



2 commenti:

  1. Dissento dall'uso in questo modo del termine "Pragmatico" pragmatico è colui che agisce limitando la sua azione a quello che è possibile nella realtà in cui vive. I nostri politici sono manager in carriera e per loro conta solamente la difesa o l' avanzamento nella gerarchia. Non è pragmatismo sono guerre fra cortigiani

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  2. Naturalmente il mio riferimento è inteso(come evidenziato) verso quell'eccessivo uso del pragmatico spinto dai rigidi regolamenti e dai principi.. Di quel modo di procedere che sminuisce l'azione delle idee..e sotterra i valori..Ma capisco anche che è difficile da comprendere da parte di certi lettori..E' più un dialogo legato ad una certa filosofia che meno interessa il lettore..

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