5 ott 2017

Il giornalista Cerasa affonda le sue critiche su Davigo ed il giustizialismo



Il giornalista continua ad accanirsi in modo alquanto accentuato contro il magistrato Davigo... escludendo di stigmatizzare appunti sulle parole di Ilaria D'Amico che in quella stessa trasmissione di Floris si esprimeva con una frase assai poco edificante "Meglio un politico corrotto che uno stato rotto" .
di vincenzo cacopardo

Il direttore del Foglio Claudio Cerasa in un suo editoriale intitolato “l'incubo del governo Davigo” ci descrive la presenza del magistrato Davigo nella trasmissione di “Di martedì” condotta da Floris.. facendo riferimento ad un vero “incubo” e definendo la dottrina del magistrato come una “intersezione perfetta dei populismi con ambizioni di governo”.

Non v'è dubbio che il vero incubo per Cerasa pare essere da tempo proprio Davigo.. insieme al Movimento 5Stelle, Di Maio e la più che mai vituperata Virginia Raggi, sui quali ha sempre infierito oltre il dovuto. Generalmente l'interesse di chi rimane legato ad un editore di sistema è quello di contrastare una certa innovazione negando a prescindere ogni possibile teoria tendente al cambiamento..e questa logica in Cerasa appare in tutta la sua evidenza: Il giornalista continua ad accanirsi in modo alquanto esagerato escludendo tra l'altro di stigmatizzare appunti sulle parole di Ilaria D'Amico che in quella stessa trasmissione di Floris era presente..e che si esprimeva con una frase assai poco edificante: "Meglio un politico corrotto che uno stato rotto" ... e dimenticando di valutare con attenzione la risposta precisa resa dal magistrato: "Io credo che l'onestà debba essere una precondizione per qualsiasi carica pubblica, poi uno deve essere anche bravo"

Per il giornalista del Foglio sembra esservi un preciso incarico di critica verso le forze nuove di una politica che vorrebbe imporsi contro un sistema dove persino l'editoria risulta spesso catturata...e lo fa rappresentando il magistrato Davigo( e non un politico) come simbolo di un giustizialismo che mira ad una politica populista. Cerasa descrive una sorta di “modello Davigo”...intriso di un giustizialismo in perfetta sincronia con Grillo ed il suo Movimento.

Una critica inesatta e persino provocatoria.. poiché Davigo, che come altri magistrati è stato presente in Tv, non pare mai essersi considerato un politico, ma ha sempre teso a dividere i ruoli per competenze: Il suo pensiero sul prerequisito dell'onestà non pare per nulla coincidere con il concetto di “giustizialismo” di cui lo stesso Cerasa finisce poi con l'apparire vittima di una palese ossessione... Poichè di ossessione si tratta, oltre che di sottomissione verso il proprio editore nel colpire chi si esprime contvro un sistema tendente a trovare costantemente un capro espiatorio in quel populismo: Populismo.. che altro non è che la semplice reazione del popolo rispetto ad una sempre più evidente iniquità sociale.

Un editoriale che comunque mi da spunto per un tema ancora irrisolto che pone la nostra politica in un insopportabile stato di debolezza e fragilità.
Vorrei far notare che se anche un giustizialismo dovesse prevalere nella moderna società delle istituzioni.. non potrà mai essere colpa di un magistrato! Se una responsabilita' esiste in questo malato sistema non è certo di Davigo o della magistratura, ma della politica che non ha mai lavorato in favore di una più giusta divisione dei ruoli e che in questi ultimi tempi non ha posizionato i giusti paletti attraverso funzionali normative al fine di offrire il retto e contenuto spazio all'ordine giudiziario. La vera responsabilità cade quindi sulla politica e non certo sulla magistratura anche nei casi in cui la stessa finisce col prevaricare nel suo compito.

Le stesse vecchie contrapposizioni politiche..per via dei loro grandi compromessi studiati a tavolino, hanno contribuito a far crescere il potere dell'ordine giudiziario, abusandone a proprio gradimento e convenienza. Una ragione più che valida per dare forza ad un vero cambiamento radicale del sistema politico.

Al di là della figura di Davigo ed al suo presunto legame con Grillo (come scrive il giornalista) ed al fine di non abusare ancora dei termini “giustizialismo e garantismo”... sarebbe primaria ed indispensabile una ricerca per il giusto posizionamento dell’ordine giudiziario in riferimento ai poteri dello Stato..E chi da tempo avrebbe dovuto farlo se non la politica?..Forse gli stessi giudici? A tal proposito resta spontanea anche una domanda in riferimento all’importanza che potrebbe avere il posizionamento del potere esecutivo in perenne compromesso o, persino in conflitto con quello parlamentare..dove la stessa Costituzione non pone gli utili ed indispensabili confini. Un conflitto che sottopone la stessa magistratura in un ruolo che a volte non gli appartiene, ma che la stessa politica non pare mai voler risolvere e che costringe a dover più spesso dirimere questioni e prendere posizioni attraverso sentenze.

Sarebbe stato più apprezzabile da parte del giornalista Cerasa soffermarsi su questo annoso problema della responsabilità politica, prima di prendere posizione critiche mirate su alcune figure. Una difficilissima questione che invade la nostra politica e per la quale solo un vero e radicale cambiamento del sistema potrà ricercare soluzione.



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